Cappella di Sant’Andrea
STORIA
Le vicende della cappella di Sant’Andrea sono legate a quelle della casa a cui è affiancata. La cappella esisteva nel Settecento: la relazione della visita pastorale del vescovo di Mondovì, Michele Casati, nel 1755, la indica come proprietà dell’avvocato Giovanni Morena e la trova dotata della suppellettile necessaria per le celebrazioni1. Attualmente la cappella è ben curata, con tetto nuovo e facciata ritinteggiata, a cura dei proprietari.
Nel 2017 ad opera di benefattori è stata collocata una stampa, a grandezza naturale, raffigurante il martirio di sant’Andrea, opera di Juan de la Roelas del XVII secolo e conservata nel Museo di Siviglia.
DESCRIZIONE
Esterno: Si tratta di un piccolo edificio addossato al fabbricato residenziale, segnato come cappella per la facciata, con porta centrale e due finestrelle devozionali, recante la scritta su un nastro dipinto: “Cappella Sant’Andrea”. Sopra la scritta, una croce metallica, che sostituisce la mancate croce apicale di facciata. Sul fronte, nella parte superiore, vi è una finestra ovale.
Interno: arricchito da un vivace quadro, frontale rispetto all’ingresso, con la scena del martirio di Sant’Andrea. La mensa è composta da un dignitoso tavolo, che deve aver sostituito un altare.
1. Michele Casati. Visita pastorale nella Diocesi di Mondovì 1755-1759, a cura di A. Rosso e G. Vizio Pinach, Cuneo, 2013, p. 184-185.
Cappella di San Pietro e san Giacomo
STORIA
Questa cappella, pur essendo vicina ad una cascina della mensa vescovile di Mondovì, incamerata nel 1866, fin dal Settecento risulta di proprietà privata. Fonti del 1755 attestano che la chiesa è di proprietà privata del sig. Giovanni Allione e che in essa vi è una reliquia autentica del 1735. La celebrazione della messa festiva, nei giorni di precetto e nelle feste dei due santi, inizia in quel periodo, mantenendosi per tutta l’epoca napoleonica e durante l’Ottocento.
Il titolo di dedica a San Pietro richiama l’uso di dedicare le tenute agricole anche agli apostoli, mentre l’altro titolare, san Giacomo, è da riferirsi al periodo dei pellegrinaggi, dopo l’anno mille, al santuario di Compostela.
Quando la nuova parrocchia di Gesù Lavoratore era in costruzione, nel 1968, don LucianoPasquale celebrò in questa cappella.
DESCRIZIONE
Esterno: l’edificio sorge nei pressi dell’omonima cascina sul lato opposto dell’antica strada. Si tratta di un vano rettangolare, con facciata a capanna che presenta il consueto schema di portoncino, affiancato da finestrelle devozionali, e croce apicale.
Il campaniletto a vela sorge sul vicino cascinale.
Interno: si tratta di un ambiente lindo, con volte a botte su cornice, interrotta solo nella parete di fondo per contenere la pala d’altare. L’altare è in masserizio marmorizzato, con base a coppa sorreggente la mensa, e dossale a due gradini addossati alla parete, includenti il tabernacolo.
Nella tela sovrastante sono dipinti: la Madonna su nembi con Gesù Bambino in braccio, tra angioletti, san Pietro e san Giacomo ai loro piedi.
Un paio di quadretti votivi portano la data del 1912 e 1914.
Cappella della Madonna della Crocetta
STORIA
La cappella della Crocetta, dedicata alla Madonna, sorge sul terrazzo alluvionale che da Borgo si estende verso Cuneo, dal lato del fiume Gesso. Essa è posta sul confine attuale, nonchè sulla linea di un antico decumano, che divide i due comuni.
Una targa in facciata attesta l’edificio al 1180. Gli affreschi, che emergono sotto lo scialbo della parete di fondo, rimandano al Quattrocento.
La cappella era detta “Salvaggia” o “Salvagna”1, come annotato negli scritti della visita del vescovo di Mondovì, Michele Casati, nel 1755, di rimando forse ad un punto di soccorso, di fronte al pericolo del guado sul Gesso. Probabilmente in sostituzione di un più modesto porticato, nel secolo XIX venne arricchita di un deambulatorio esterno per le novene, oltre che per bivacco di fortuna.
DESCRIZIONE
Esterno: la chiesetta è costituita da due vani collegati, con accesso ad occidente: uno quadrato e uno rettangolare, minore, forse per l’abitazione di un eremita. La facciata principale a capanna, con portale affiancato da due finestrelle, ha in alto una finestra a lunetta e, al di sopra, un tondo affrescato con la Madonna col Bambino. Un piccolo campanile, con la curiosa aggiunta di un’edicoletta metallica contenente un’altra campanella, svetta sul tetto.
Interno: significativo è un affresco gotico che copriva tutta la parete di fondo, e di cui si intravedono lacerti, come la scritta “S. DALMATIUS” sull’angolo inferiore. L’icona mariana, affrescata nel riquadro sopra l’altare, è sicuramente parte ripresa dall’affresco più antico.